La Sacra Bibbia - Genesi 1:1 (Nuova Riveduta)
www.laparola.net Genesi 1:1, un versetto o brano della Bibbia
Benedetti in Cristo—
Lezione 1
“Benedetto
sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo,
che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale
nei luoghi celesti in Cristo…”Efesini
1:3.
A chi viene indirizzata la lettera? Paolo ci dice che la sua
lettera è indirizzata ai santi che sono in Efeso. Chi è un santo?
Se uno è un cristiano allora è un santo. Santo non è chi vive una
vita superspirituale, o una persona che si isola dal mondo per
focalizzare la sua attenzione su Dio. La parola santo significa,
letteralmente, qualcuno messo da parte, qualcuno chiamato ad una
vita santa.
Paolo definisce i credenti di Efeso “santi” perché, come tutti i
veri convertiti, erano stati santificati. Scrivendo ai Corinzi
Paolo specifica che i credenti erano stati santificati e
giustificati istantaneamente, al momento della salvezza1
Corinzi 1:1,2; 6:11.
La santificazione, quindi, ha un aspettoistantaneoed unoprogressivo;
siamo subito santificati, ovvero separati dal peccato e dal mondo,
e dobbiamo anche progressivamente santificarci allo scopo di
assomigliare a Cristo2
Corinzi 3:18; 7:1;1Tessalonicesi
4:7;Ebrei
12:14.
Dunque la parola santa usata nella Bibbia non è riservata a pochi
scelti, un gruppo limitato di cristiani straordinari. È, invece un
termine che si applica per due specifici motivi ad ogni singolo
credente:
—
A motivo del sacrifico di Cristo sulla croce, ognuno che crede può
essere santo e giustificato davanti a Dio, quindi la nostra
posizione è sicura davanti a Dio.
—
Nelle nostre attitudini e nelle nostre azioni stiamo diventando
santi, la nostra posizione è stata mutata con riguardo di fronte
all’ira di DioRomani
8:1ed Egli ora è
coinvolto nel cambiare il nostro carattere, affinché i nostri
pensieri e le nostre azioni diventano simili a quelli di
Cristo.
Parlando degli efesini è giusto fare qualche accenno alla città di
Efeso. Era una città importante dell’Asia minore, oggi Turchia. Si
trattava di una ricca città commerciale, grazie alla sua posizione
geografica, presso la foce del fiume Castro, le guadagnò il nome
di “la perla dell’Asia”. Era
un centro religioso molto ambito, ospitava il tempio imponente
dedicato alla dea Diana, la vita cittadina era aperta all’utilizzo
di pratiche magicheAtti
19:13,19.È stata una città che
Paolo ha visitato di persona e l’epistola inviata alla chiesa è
considerata la prima delle cosiddette “epistole della prigionia”
(Filippesi, Colossesi e Filemone) 61,62 d.C.
Il titolo della lezione è“benedetti
in Cristo”.Consideriamo
singolarmente queste benedizioni spirituali.
1. La redenzioneEfesini
1:7
Il termine redenzione è legato a tre idee o parole greche diverse.
La prima significa“acquistare”.Una parola che noi
associamo oggi unicamente all’acquisto di prodotti e oggetti,ma,
ai tempi di Paolo era associata anche all’acquisto di schiavi.
Questa attività si svolgeva nell’agorà, c’era uno spazio
all’interno dedicato al mercato degli schiavi.
Una seconda parola significava“acquistare
per portare via”(agorazo, exagorazo).
L’immagine che offre è quella di uno che entra nel mercato degli
schiavi e ne acquista uno schiavo e per poi portalo via.
La terza parola, ed è quella usata nel nostro testo (lutro o),
aggiunge un altro particolare alle due precedenti spiegazioni, si
acquista, si porta via lo schiavo e poi lo si lascia libero.
Infatti, questa terza parola significa rilasciare, rendere
libero.
Questo è ciò che Cristo ha fatto per noi. È venuto in questo
mondo, ha pagato il prezzo richiesto, e lo ha fatto per renderci
liberiGiovanni
8:36.
2. Il perdono dei peccatiEfesini
1:7;Matteo
26:28
Il perdono di Dio ha in sé il concetto di qualcosa che viene
portato via per non tornare mai più. La capra sul cui capo il
sommo sacerdote imponeva le mani nel giorno dell’espiazione,
veniva mandata nel deserto per non tornare mai piùSalmo
103:12;Michea
7:18-19.
Dio non ha perdonato solo i nostri peccati passati. Cristo ha
pagato per tutti i nostri peccati — passati, presenti e futuri.
Gesù disse a Pietro che quando una persona ha fatto un bagno, si è
lavato(essere
salvato),l’unica cosa di cui ha
bisogna e di lavare i suoi piedi quando si sporcano di
polvere(confessare
i suoi peccati;Giovanni
13:10).1
Giovanni 1:9ci dice come affrontare
il peccato durante il nostro cammino cristiano.
Troppo spesso parlando del perdono dei peccati ci limitiamo a
considerano come semplicemente essere liberati dall’inferno.
Sicuramente il peccato perdonato vuole dire l’annullamento della
penalitàRomani
6.23.
Ancora di più, brilla nei nostri cuori, la consapevolezza che il
perdono di Dio volge verso di noi il favore di Dio. Il timore
dell’inferno, per chi si ravvede non supera il dolore del pensiero
di aver offeso il proprio creatore, di non vedere più nel suo
sguardo un sorriso nei nostri confronti. È di grande conforto
sapere che Dio ha tolto da noi la sua ira, solleva cuori
schiacciati dal senso di colpa che affligge le
coscienze.
Infatti un terzo aspetto del perdono è la liberazione del tormento
dell’anima. Davide soffriva al pensiero di essere rigettato dalla
presenza di Dio. Non ci sono dolori fisici che possono paragonarsi
al sentimento agonizzante di quel cuore che avverte il pungolo
infuocato della convinzione dello Spirito Santo quando lo
compunge. Dio ci permette di assaggiare per un tempo l’amarezza
dell’iniquità, sa che esiste una tristezza che conduce al
ravvedimentoSalmo
38:17-18.Il perdono lascia in
noi un cuore pentito ma, grazie a Dio il tormento viene
tolto.
Quindi il perdono ci riempie di gioia e non si può essere più
tristi. Ci si solleva dalla paralisi spirituale e ci fa saltare e
gioire per l’opera di Dio compiuta nel cuoreLuca
10:20.
3. Le ricchezze della sua GraziaEfesini
1:7;Efesini
3:8,16;Filippesi
4:19.
Ci siamo mai chiesti quanto Dio sia ricco? Siamo benedetti da un
Dio che è senza limiti, a cui nulla è impossibile. Può salvare e
perdonare chiunque, non c’è da temere un suo fallimento o crack.
Egli ci tratta sempre con generosità e abbondanzaLuca
6.38.
Il versodiEfesini
1:8,specifica l’abbondanza
di sapienza e intelligenza. Il credente può chiedere a Dio
sapienza, sapendo che i doni di Dio non ci saranno mai
rinfacciatiGiacomo 1:5.
Vi presento un’illustrazione per comprendere meglio le ricchezze
come frutto della grazia di Dio. Quando una persona viene
equamente pagato perché fa bene il suo lavoro, riceve un salario.
Quando una persona compete contro un avversario e riceve un trofeo
per aver vinto, si tratta di un premio. Quando una persona riceve
l’appropriato onore per lunghi anni di servizio o per particolari
successi ottenuti, ottiene un riconoscimento. Ma quando una
persona non è in grado di guadagnarsi un salario, non riesce a
vincere un premio, che non merita un riconoscimento e poi riceve
ugualmente un dono, ci da l'immagine perfetta del favore
immeritato di Dio, cioè la ricchezza della Sua grazia.
4. La rivelazione della Sua volontàEfesini
1:9
Nel primo testamento si conosceva la promessa di una progenie
futura che avrebbe distrutto le opere di Satana. Sapevano di un
grande profeta che sarebbe venuto, si conosceva il bisogno di un
sacrifico permanente. Noi, credenti del Nuovo Testamento abbiamo
ricevuto la rivelazione, dell’inizio del piano della Salvezza
visto nelle pagine dell’Antico Patto, la parte vista nella venuta
di Gesù e la sua opera, e conosciamo già la fine della storia, in
quanto possediamo la promessa del Suo ritorno. Dunque nella
pienezza dei tempiGalati 4:4-7abbiamo realizzato,
l’opera della salvezza che Dio ha stabilito prima della fondazione
del mondo.
Il mezzo della salvezza è il sacrificio di Cristo; tutto questo è
stato già decisoEfesini
1:4.Dio non ha stabilito
quali persone salvare, ma in che modo farlocfr.1
Corinzi 1:24.Egli, quindi, ha
predisposto il metodo della salvezza, che non dipende da opere o
meriti umaniRomani
9:8,11(riveduta). Non è, di
conseguenza, l’uomo a decidere come essere salvatoGiovanni
1:13;Efesini
2:9,perché Dio ha deciso di
preferire quanti credono in Cristo. Il Signore non ha scelto quale
persona salvare, ma ha indicato attraverso quale Persona salvarci,
I credenti non sono predestinati alla salvezza, ma chi è salvato è
predestinato a diventare simile a Cristo: modello perfetto
stabilito da DioRomani
8:29;2Corinzi
3:18.
La Bibbia non insegna una predestinazione assoluta che sancisce la
salvezza riservata ad alcuni e la perdizione assoluta ad altri;
anticipatamente e indipendentemente dalla loro risposta al
vangelo. Le Scritture insegnano la preconoscenza di DioIsaia
46:10.Considerato che il
piano della redenzione è stato programmato fin dalla creazione del
mondo, è ovvio che Dio sapeva che Adamo ed Eva avrebbero peccato,
pur sapendolo però non li ha costretti né predestinati a peccare.
Adamo ed Eva come agenti liberi, hanno scelto di peccare. Dio,
nella sua sovranità, ha concepito il Suo piano di salvezza per
tutti; l’uomo nella sua libertà, può accettarlo o rifiutarlo, non
c’è una forzatura irresistibile da parte di DioGiovanni
3:16;Matteo
11:28-30.
Detto questo, Dio sapeva già, conosceva alcuni che lo avrebbero
accettato prima che essi lo facesseroAtti
18:9-11.In questo senso, i
credenti sono stati “ordinati alla vita eterna” perché Dio sapeva
che avrebbero ubbidito all’evangelo una volta ascoltatoAtti
13:48;Romani
10:16.
5. Un’eredità celesteEfesini
1:11-14
Paolo ricorda che i credenti sono “in Cristo”, ben undici volte
soltanto nel primo capitolo e altre trenta volte in tutta la
lettera. Il credente ha diritto all’eredità celeste soltanto per
il fatto di essere in Cristo1
Pietro 1:3-4.;È gloriosa l’eredità
che ci aspetta, ma le benedizioni del credente non sono tutte per
il futuro. Dio ci dà un anticipo, questo include l’onore di essere
segnati con il sigillo divino che indica la Sua proprietà e la Sua
protezione su di noi.
Al momento della conversione ci dà lo Spirito Santo che ci
rigenera, ci rinnova e ci assicura interiormente che siamo figli
di DioTito
3:5;Romani
8:15,16.Il sigillo, simbolo
dello Spirito Santo, è un marchio ben preciso e specifico, di
identificazione, appartenenza e salvaguardia2
Timoteo 2:19.Alcuni erroneamente lo
hanno accostato al battesimo nello Spirito Santo, generando così
alcuni equivoci di carattere dottrinale, infatti:
—
Se il sigillo, che significa“appartenenza”,volesse indicare il
battesimo nello Spirito Santo, allora senza questa esperienza non
saremo salvati. Le Scritture, invece fondano la salvezza
esclusivamente sul sacrificio di Cristo ed insegnano che, a
conferma della salvezza, lo Spirito Santo viene ad abitare nel
cuore del credente e lo rende“tempio
di Dio”1 Corinzi
3:16.
—
Inoltre il simbolo del sigillo è riduttivo, se messo in relazione
con il battesimo nello Spirito Santo, in quanto rappresenta
soltanto un anticipazione e non la pienezza.
Quindi il pegno o il sigillo si riferisce all’opera della
rigenerazione dello Spirito Santo e non al susseguente battesimo
nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo dà garanzia dell’eredità
futura del credente nella gloria2
Corinzi 1:21-22.
Figlio mio, mangia il miele perché è buono; un favo di
miele sarà dolce al tuo palato. Così conosci la saggezza per il
tuo bene! Se la trovi, c'è un avvenire, e la tua speranza non sarà
delusa." (Proverbi 24:13,14)