La sciatalgia è una delle patologie neurologiche più diffuse, può colpire ad ogni età e può essere altamente invalidante.
Conosciuta nel gergo comune come sciatica, nei casi più fortunati, tende a riassumersi da sola, in altri, rappresenta uno dei dolori più acuti descritti dai pazienti, ritenuto da molte donne, perfino più forte del parto. Nelle sue sfaccettature croniche, non sono poche le persone che perdono irreversibilmente la capacità di camminare.
Da questa piccola introduzione, si evince come la sciatalgia sia un grave dolore dovuto al nervo sciatico. La struttura neurologica più grande del nostro corpo, con un diametro paragonabile a un dito.
Il grande punto interrogativo, che avvolge la casistica clinica, è rivolto alle tante difficoltà che si manifestano nella sua diagnosi, nell’identificazione della causa, e di conseguenza nel suo trattamento.
Portando spesso ad inutili e pericolosi interventi chirurgici, fisioterapia prolungata nel tempo senza risultati concreti, abuso di farmaci, disperati tentativi di rivolgersi a medicine alternative, dalla dubbia valenza scientifica.
Il tutto non risolverà la nostra sciatalgia, piuttosto, prolungandone la sintomatologia, contribuirà all’infausto tracollo degenerativo tipico della cronicizzazione.
Perchè risulta così difficile individuare la causa?
Il medico ha moltissime frecce al suo arco, alcune volte però non riesce a centrare il bersaglio, che è rappresentato dal punto di compressione del nervo sciatico.
Come un normale cavo elettrico, se lo si tocca, si prende la scossa. Se una qualunque struttura del nostro corpo, incontra il nervo, al nostro cervello giungerà un’informazione dolorosa.
Per guarire, è necessario identificare questo contrasto e predisporre una soluzione, un piano di trattamento.
Lo sciatico, segue un percorso lunghissimo, origina dalle ultime vertebre lombari della nostra schiena, e le prime vertebre fuse dell’osso sacro, parte del bacino. Per questo siamo abituati a sentir parlare di L5-S1 (quinta e ultima vertebra lombare, prima vertebra sacrale). Le radici nervose, sono filamenti che nascono a questo livello e si congiungono in un segmento più spesso che discende lungo il gluteo e successivamente la porzione posteriore della coscia. All’altezza del ginocchio, con lo sciatico popliteo esterno, si dirige verso la caviglia, in prossimità del malleolo, e termina la sua corsa con le dita del piede.
Il paziente potrebbe percepire dolore in uno qualunque di questi reperi anatomici, e una compressione a monte, a livello vertebrale, potrebbe essere responsabile del fastidio più lontano, come ad esempio al piede. Ecco perchè risulta così difficile individuarne la causa esatta.
La prima freccia lanciata, prevede l’utilizzo di esami diagnostici strumentali, quali la radiografia, utile per identificare alterazioni dell’osso, come artrosi e fratture. Per diventare ancora più precisi con la risonanza magnetica, osservando i tessuti molli che prevalentemente possano essere coinvolti, come legamenti, dischi intervertebrali, nervi, vasi, muscoli, midollo spinale, duramadre.
Se non bastasse, si ricorre all’elettromiografia, in grado di valutare il potenziale elettrico del nervo e correlarlo con il rispettivo muscolo. Dove avviene l’interruzione del segnale, e si presume, possa esserci l’impingement nervoso.
È il momento poi dei test neurologici, sono molteplici, vanno dalla misurazione della forza, come il sollevarsi sui piedi, fino al più conosciuto test di Lasegue, che mette in relazione il movimento passivo della gamba da parte del medico, con un corrispondente stimolo doloroso alla schiena.
Questi ultimi, fanno parte dell’esame obiettivo, ovvero, la visita vera e propria. Ed è proprio su questo punto che vorrei soffermarmi.
In linea generale potremmo riassumere la sciatalgia in due grosse componenti, quella a monte, con responsabilità della colonna, e quella a valle, a carico della periferia, della gamba.
Siamo di fronte al più eclatante esempio di diagnosi differenziale che la sfera ortopedica e quella neurologica possano offrirci. L’indagine avviene per step, utilizzando tutti gli esami descritti finora. L’ultima complicazione aggiunta, è legata a fattori indiretti, che possono essere causa o concausa della sciatica. Un esempio? Una coxartrosi (artrosi d’anca), può rappresentare una delle condizioni più gravi e complesse da trattare, tra le più subdole, perchè non sempre l’attenzione cade su questo importante aspetto articolare, focalizzando sulle più comuni discopatie o sindromi del piriforme. E il più delle volte, è proprio nell’esame obiettivo che si scopre il coinvolgimento dell’anca. Con un banale test ortopedico, o durante un trattamento fisioterapico, con le “mani in pasta”e quella sensazione che qualcosa non funzioni correttamente.
Vediamo insieme le principali cause di sciatalgia, con rispettiva diagnosi differenziale e trattamento.
- Discopatia
Le patologie del disco, intese come ernie e protrusioni, sono le principali responsabili del mal di schiena. La fibrocartilagine discale viene a contatto con la radice nervosa, dando origine al dolore lombo-sacrale, che ha per antonomasia, tra le sue principali complicazioni, la possibilità di gravi forme sciatalgiche. Eliminare questa compressione, significa risolvere il problema a monte, alla nascita del nervo. È possibile farlo con specifiche manipolazioni articolari, conosciute come Thrust, intervento puramente articolare. Come è possibile procedere con tecniche miotensive, mirate all’allungamento e il rilassamento del muscolo.
- Sindrome del Piriforme
Fino a qualche anno fa, sembrava la scoperta del secolo, oggi non c’è terapista e paziente che non la conosca. Merito della grande divulgazione di internet, questa forma di sciatalgia, vede la compressione del nervo, a livello del gluteo. Descritta come un pugnale nel muscolo e con irradiazione lungo tutta o parte della gamba.
Parliamo del muscolo piriforme, con forma piramidale, che dall’osso sacro, raggiunge il femore prossimalmente. Le sue fibre sono fondamentali per la funzione della camminata, e cambiano ruolo di rotazione dell’anca, se quest’ultima è flessa. A complicare una già piccante biomeccanica, mettiamoci il suo passaggio in torsione, nell’angusto spazio riservatogli nel bacino, tra ossa e legamenti tesi. Nel suo mal funzionamento, non di rado, di origine posturale, avviene una fatale compressione del nervo sciatico, che si trova a ripercorrere lo stesso tragitto a strettissimo contatto con ilmuscolo piriforme, rimanendone spesso schiacciato, strozzato.
Il trattamento è diretto, se si procede con tecniche muscolari a sciogliere tensione e torsione del piriforme, liberando il nervo sciatico. Solitamente manovre con meccanismo contrario a quello disfunzionale, particolarmente dolorose per l’inevitabile contatto nervoso.
Indiretto, se in maniera più complessa e ingegnosa, il trattamento è mirato a risolvere incongruenze posturali, restituendo equilibrio e scarico alle rispettive strutture. Un approccio terapeutico non esclude l’altro e spesso vanno di pari passo.
- Artrosi d’anca
Un test ortopedico positivo dell’anca, con dolore riferito al trocantere, può indirizzarci verso la scelta radiografica per l’eventuale diagnosi artrosica. Spesso il dolore può irradiarsi nella regione inguinale, e per il cattivo funzionamento dei muscoli adduttori, responsabili in parte anche delle funzioni rotatorie dell’anca, avviene che lo stesso piriforme, si ritrovi a compensare il deficit adduttorio, cadendo anch’esso, in un circolo vizioso che porta a complesse e dolorosissime pubalgie, sciatiche, e in ultimo stadio, protesi all’anca. Nella mia personale esperienza, la forma più complessa di sciatica da trattare. Per la sua complessità multifattoriale e per la sua difficoltà diagnostica, essendo spesso confusa con altre forme di sciatalgia. Inoltre per la tardiva scoperta, quando ormai l’anca compromessa, offre pochissimo spazio di intervento.
Il trattamento prevede l’utilizzo del maggior numero di tecniche possibili, mirate al recupero articolare e funzionale dell’anca. Partendo dai muscoli adduttori, arrivando al muscolo piriforme.
- Bicipite femorale
Uno dei grandi classici. Lo stretto contatto trai muscoli flessori della coscia e nervo sciatico, prevede forme comuni di sciatica che si sviluppano nella porzione posteriore della coscia, dando la sensazione di originare da un punto esatto, che nulla ha a che vedere con colonna e gluteo. In alcuni casi si confonde con entesopatie calcifiche, tendinosi dell’inserzione bicipitale sulla tuberosità ischiatica del bacino. Il trattamento è dei più semplici, per quanto doloroso, prevede l’allungamento degli hamstring e massoterapia per ammorbidire il tessuto muscolare.
- Sindrome dello SPE
Sigla che sta per sciatico popliteo esterno, diramazione del nervo sciatico all’altezza del ginocchio, porzione postero-esterna. Normalmente la sua infiammazione origina da scompensi posturali che portano ad un diverso carico tra femore e tibia, del ginocchio, costringendo il nervo al di sotto della testa peroneale e intrappolandolo nella membrana interossea, il tessuto connettivo che propone un sistema fasciale tra tibia e perone. Il trattamento è posturale, mirato a ridistribuire gli equilibri biomeccanici. Molto efficace è la manipolazione diretta in Thrust sulla testa del perone e il divaricamento manuale della membrana. Lo stesso vale per la porzione distale della gamba, in prossimità del malleolo.
Nel video troverete due ottimi esercizi per prevenire e trattare la sciatica, buona visione!
https://www.youtube.com/watch?v=uKk0iJo1Yro&list=PL6vWRws7ayXcUflgfDwAFFboFxXOStceG
COME GUARIRE DAL MAL DI SCHIENA
Bellissima puntata di Buonasera Dottore con Lorella Cuccarini e il Dr Gabriele Benedetti.
Il mal di schiena colpisce tutti, dal semplice affaticamento muscolare, fino alle più gravi discopatie come protrusioni ed ernie.
Forte dolore e rigidità possono portare ad una grave limitazione, spesso con necessità dell’intervento chirurgico.
Cosa fare allora?
Diventa fondamentale sbloccare le due vertebre che schiacciano tra loro il disco. Una fibro-cartilagine definita appunto intervertebrale.
Molto simile ad una caramella, è dura fuori (anulus fibroso) e morbida dentro (nucleo polposo). Schiacciandola, ne fuoriesce il contenuto, creando un’Ernia che toccherà radici nervose e midollo spinale.
Il Dr Benedetti e Lorella Cuccarini ci mostreranno come sbloccare in pochi secondi la nostra schiena, liberando disco e nervi.
Buona visione!
https://www.youtube.com/watch?v=uKk0iJo1Yro&list=PL6vWRws7ayXcUflgfDwAFFboFxXOStce