O Eterno, al
mattino tu ascolterai la mia voce; al
mattino ti offrirò
la mia preghiera e aspetterò;
Salmi 5:3
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L’unico libro completamente soddisfacente che sia
mai stato scritto sulla preghiera, è la Bibbia.
Tutte le altre trattazioni ci lasciano con la
sensazione di profondità che non siano state toccate
e di cime che non siano state scalate. In questo
libretto non possiamo sperare di migliorare gli
sforzi compiuti da altri. Tutto quello che possiamo
fare, è compendiare alcuni dei più importanti
principi sulla preghiera, sopratutto in relazione
con l’argomento del discepolato cristiano.
1. La miglior
preghiera viene da una forte necessità interiore.
Noi tutti abbiamo constatata questa verità. Quando
la nostra vita è serena e placida, le nostre
preghiere tendono ad essere opache ed indifferenti.
Ma quando arriviamo ad una crisi, un momento di
pericolo, siamo seriamente ammalati o attraversiamo
un grande dolore, allora le nostre preghiere sono
ferventi e piene di vita. Qualcuno ha detto che «la
freccia che deve penetrare nel cielo deve essere
lanciata da un arco che sia completamente teso». Un
senso di urgenza, di incapacità, di cosciente
bisogno è il seno dal quale nascono le migliori
preghiere.
Sfortunatamente noi trascorriamo gran parte della
nostra vita cercando di premunirci in vista di
qualsiasi necessità. Con abili metodi commerciali
accumuliamo delle abbondanti riserve contro ogni
possibile contingenza. Unicamente con l’accortezza
propria dell’uomo, raggiungiamo il punto in cui
siamo ricchi e ricolmi di beni, e non abbiamo
bisogno di nulla. Allora ci chiediamo come mai la
nostra vita di preghiera sia tanto bassa e senza
vita e perchè dal cielo non cade del fuoco come
avvenne in esaudimento alle preghiere del profeta
Elia. Se camminassimo realmente per fede invece che
secondo ciò che vediamo, la nostra vita di preghiera
sarebbe rivoluzionata.
2. Una condizione
necessaria per una vita di preghiera vittoriosa è
anche che noi ci accostiamo a Dio
«di vero cuore» (
Ebrei
10:22). Questo significa che noi dobbiamo essere
onesti e sinceri dinanzi al Signore. Non deve
esservi ipocrisia. Per soddisfare questa condizione,
non dovremo mai chiedere a Dio di compiere qualcosa
che noi stessi siamo nella possibilità di fare. Non
Gli chiederemo mai, ad esempio, di procurare il
danaro per una Sua opera se noi stessi abbiamo
danaro in eccedenza che potrebbe essere usato in
tale maniera. Non ci si può burlare di Dio. Egli non
risponde alle preghiere se ci ha già data la
risposta che noi non siamo disposti ad usare.
Ugualmente, non dovremmo pregare il Signore perchè
mandi altri a compiere il Suo lavoro se noi stessi
non siamo disposti ad andare. Migliaia di preghiere
sono state elevate per i Mussulmani, gli Indù ed i
Buddisti. Ma se tutti coloro che pregavano fossero
stati pronti ad essere usati dal Signore per andare
presso questi popoli, o personalmente o col loro
denaro, probabilmente la storia delle missioni
cristiane sarebbe stata più incoraggiante.
3. La preghiera
dovrebbe essere semplice, fiduciosa e senza dubbi. È
anche troppo possibile diventare assorbiti dai
problemi teologici connessi con la preghiera, ma
questo contribuirà soltanto ad intorpidire i sensi
spirituali. È meglio pregare che risolvere tutti i
misteri sulla preghiera. Lasciate che i teologi
tessano le loro teorie sulla preghiera; il semplice
credente prenderà d’assalto le porte del cielo con
la fiducia di un fanciullo. Agostino diceva: «Gli
incolti prendono il cielo con la forza, e noi con
tutto il nostro sapere non ci leviamo al di sopra
della carne e del sangue».
4. Per ottenere una
vera potenza nella preghiera, non trattenete nulla
per voi. Arrendetevi completamente a Cristo. Datevi
completamente a Lui. Abbandonate tutto per seguire
il Salvatore. È la dedizione che corona Cristo quale
signore di tutto, quella che Egli ama onorare.
5. Dio sembra dare
particolare valore alla preghiera quando essa ci
costa qualcosa. Coloro che si levano di buon’ora per
pregare godono la comunione di Colui che, come essi,
si levava di buon mattino per ricevere da Suo Padre
le direttive per il giorno. Allo stesso modo, quelli
che sono tanto ferventi da voler pregare per tutta
una notte godono di una potenza divina che non può
essere negata. La preghiera che non costa nulla non
vale nulla; è soltanto un sottoprodotto di un
cristianesimo a buon mercato.
Il Nuovo Testamento spesso collega la preghiera al
digiuno. L’astinenza dal cibo può essere un valido
aiuto dei nostri esercizi spirituali. Dal lato
umano, esso consente chiarezza, concentrazione e
acutezza. Da quello divino, sembra che il Signore
sia particolarmente disposto a rispondere alla
preghiera quando noi la anteponiamo al cibo
necessario.
6. Evitate le
preghiere egoistiche.
«Domandate e non ricevete, perchè domandate male per
spendere nei vostri piaceri» (
Giacomo
4:3). Per prima cosa nella nostra preghiera
dovremmo preoccuparci degli interessi di Dio. Prima
dobbiamo pregare:
«Venga il tuo
regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com’è
fatta nel cielo». E quindi potremmo anche
aggiungere:
«Dacci oggi il
nostro pane cotidiano».
7. Dobbiamo onorare
Iddio con grandi richieste perchè Egli è un grande
Iddio, Abbiamo fede da attenderci grandi cose da
Dio. Giovanni Newton diceva: «Tu ti avvicini ad un
re, porta con te grandi suppliche poiché il suo
amore e la sua potenza sono tali, che tu non potrai
mai domandare troppo». Quante volte abbiamo
attristato il Signore attendendoci tanto poco da
Lui. Ci siamo accontentati di trionfi tanto miseri,
di risultati tanto piccoli, di aspirazioni tanto
deboli per le cose di Dio, da non lasciare in quelli
che ci circondano l’impressione che il nostro Dio
sia un grande Dio. Non Lo abbiamo glorificato agli
occhi di coloro che non Lo conoscono con una vita
che ha attirato l’attenzione e suscitato curiosità
sulla potenza dalla quale era sostenuta. Troppo
spesso non è stato detto di noi, come venne detto
dell’apostolo: «Essi hanno glorificato Iddio in me»
(E. W. Moore).
8. Nel pregare
dobbiamo per prima cosa accertarci se siamo in
armonia col volere di Dio per noi. Quindi dobbiamo
pregare con la fede certa che Egli ascolterà e
risponderà,
«E questa è la
confidanza che abbiamo in lui: che se domandiamo
qualcosa secondo la sua volontà, Egli ci esaudisce;
e se sappiamo ch’Egli ci esaudisce in quel che gli
chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli
abbiamo domandate» (
1
Giovanni 5:14-15).
Pregare nel nome del Signore Gesù significa pregare
secondo il Suo volere. Quando veramente preghiamo
nel Suo nome è come se Egli stesso presentasse la
richiesta a Dio, Suo Padre.
«E
quel che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché
il Padre sia glorificato nel Figliuolo. Se
chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò»
(
Giovanni
14:13-14).
«E in quel
giorno non rivolgerete a me alcuna domanda. In
verità, in verità vi dico che quel che chiederete al
Padre, Egli ve lo darà nel nome mio». (
Giovanni
16:23).
«Ed anche in verità
vi dico: Se due di voi sulla terra s’accordano a
domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro
concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché
dovunque due o tre son raunati nel nome mio, quivi
son io in mezzo a loro» (
Matteo
18:19-20).
«Chiedere ‘nel Suo nome’ significa essere presi per
la mano e condotti in preghiera da Lui; significa
per così dire, che Egli si inginocchia al nostro
fianco e che i Suoi desideri si riversano nel nostro
cuore; significa questo. Il «Suo nome» significa
quello che Egli è, la Sua natura, e perciò pregare
nel nome di Cristo deve significare pregare secondo
la sua benedetta volontà. Posso pregare chiedendo
ciò ch’è male nel nome del Figliuolo di Dio? Quello
per cui io prego dovrebbe essere realmente
un’espressione della Sua natura. Posso farlo nella
preghiera? La preghiera dovrebbe spirare la potenza
dello Spirito Santo, la mente di Cristo, i desideri
di Cristo in noi e per noi. Che il Signore ci
insegni sempre di più a pregare nel Suo nome! Non
dovremmo mai chiudere una preghiera senza le parole
«Nel nome del Signore Gesù», ma allora anche tutta
la supplicazione deve essere permeata, penetrata dal
benedetto nome di Gesù, tutto secondo quel nome».
(Samuel Ridout).
9. Se la nostra
vita di preghiera deve essere veramente efficace,
dobbiamo tenere conti a breve scadenza con il
Signore. Con ciò vogliamo dire che occorre
confessare ed abbandonare il peccato non appena ci
rendiamo conto che esso è entrato nella nostra vita.
«Se nel mio cuore avessi avuto
di mira l’iniquità, il Signore non m’avrebbe
ascoltato» (
Salmo
66:18). Dobbiamo dimorare in Cristo.
«Se dimorate in me e le mie
parole dimorano in voi, domandate quel che volete e
vi sarà fatto» (
Giovanni
15:7). La persona che dimora in Cristo gli è
così vicina da essere piena della conoscenza della
volontà di Lui. Essa può così pregare
intelligentemente ed avere la certezza della
risposta. Per vivere una vita dimorante in Cristo è
necessario che noi obbediamo ai Suoi comandamenti.
«E qualunque cosa chiediamo la
riceviamo da Lui, perchè osserviamo i Suoi
comandamenti e facciam le cose che gli son grate»
(
1
Giovanni 3:22). È necessario che la nostra anima
sia nel giusto stato se vogliamo che le nostre
preghiere ricevano ascolto ed ottengano risposta (
1
Giovanni 3:20).
10. Non dovremmo
pregare soltanto in determinati momenti della
giornata; dovremmo sviluppare un atteggiamento di
preghiera, così da comunicare col Signore mentre
camminiamo per la strada, guidiamo l’auto, siamo al
tavolo di lavoro, o in casa. Un esempio classico di
questo tipo spontaneo di preghiera ci è dato da
Neemia (
Neemia
2:4). È una buona cosa dimorare
«nel ritiro dell’Altissimo»
invece di farvi visite occasionali.
11. Infine le
nostre preghiere dovrebbero essere specifiche. Noi
potremo vedere delle chiare risposte solo quando
pregheremo per qualcosa di definito.
La preghiera è un meraviglioso privilegio. Con essa
possiamo, come diceva Hudson Taylor, imparare a
smuovere gli uomini per mezzo di Dio. «Quali
ministeri sono a nostra disposizione per operare
miracoli nel meraviglioso regno della preghiera!
Possiamo portare lo splendore del sole in luoghi
tristi e freddi. Possiamo accendere la lampada della
speranza nel carcere della disperazione. Possiamo
sciogliere le catene dai piedi dei prigionieri.
Possiamo portare sprazzi di luce e pensieri che
parlano di casa in lontani paesi. Possiamo portare
celesti ricostituenti a quelli che sono
spiritualmente deboli, anche se si affaticano al di
là dei mari. Miracoli in risposta alla preghiera!»
(J. H. Jowett).
A ciò uno scrittore di nome Wenham aggiunge la sua
testimonianza:
«La
predicazione è un raro dono; la preghiera è un dono
ancora più raro. La predicazione, come la spada, è
un’arma da usare a distanza ravvicinata; quelli che
sono lontani non possono esserne raggiunti. La
preghiera è come un fucile; ha una portata maggiore
ed in alcune circostanze è anche più efficace».